Cosa sapere sulla nuova apertura di un’attività commerciale a Roma
Intraprendere un nuovo percorso professionale, magari attraverso l’apertura di un’attività commerciale propria, è il sogno di molte persone intraprendenti. Quando però si decide di realizzarlo è importante fare diverse valutazioni e, se la città di riferimento è importante come Roma, bisogna fare i conti anche con il “regolamento per il centro storico”.
Chi può (e chi non) aprire un’attività nel centro storico
Il commercio è uno dei settori più produttivi e di forte impatto sull’economia della città di Roma. Il rilascio delle autorizzazioni per l’apertura delle attività commerciali, così come per le concessioni, è attribuito al municipio di competenza. Il “regolamento per le attività commerciali nel centro storico” è molto importante, perché svolge la funzione di tutelare il decoro del cuore pulsante della capitale e il suo grande patrimonio artistico – culturale, evitando il progressivo snaturamento delle attività commerciali, andando a favorire le attività produttive storiche del centro, riconosciuto Sito UNESCO.
Il regolamento approvato dalla Giunta Capitolina il 17 aprile 2018 ha stabilito delle importanti regole, in parte modificate con la nuova approvazione del 2019:
- Vieta l’apertura di nuove attività diverse da quelle tutelate: con un ulteriore divieto per rosticcerie, friggitorie e laboratori per la vendita di kebab, lavanderie self-service, vendita con apparecchi automatici, “compro-oro” e centri-massaggi.
- Vieta apertura di nuove attività di vicinato alimentare: sia artigianali che di vendita al dettaglio, in tutti i rioni dell’area Unesco. Il divieto ha validità per tre anni dall’entrata in vigore del regolamento.
- Vieta l’apertura permanente nel sito Unesco e nell’ambito intermedio: per friggitorie, carrozzerie e autofficine, sexy shop, autolavaggi, hard e soft discount, sale con videogiochi e biliardi, lavanderie e centri massaggi, compro-Oro, attività di commercio all’ingrosso con o senza deposito merci e magazzini.
- Regolamenta il consumo sul posto di alimenti e bevande: secondo leggi nazionali di settore: gli esercizi di vendita e artigianali del comparto alimentare non potranno,infatti, destinare uno spazio interno per il consumo sul posto superiore al 25% della superficie totale, dovranno utilizzare arredi minimali e non potranno prevedere servizio al tavolo.
Le novità 2019 per l’apertura di un’attività commerciale
L’assemblea capitolina ha discusso, e approvato il 25 giugno 2019, delle modifiche al regolamento riguardo l’apertura di attività commerciali del centro storico, che riguardano 5 punti:
- Il consumo sul posto: è stato eliminato il riferimento agli arredi minimali e alle condizioni minime di fruibilità.
- Attività tutelate: è stato eliminato il soggettivo specifico all’anzianità per l’avvio di un’attività tutelata (laboratori artigiani, erboristerie, librerie, cartolibrerie, antiquariato, gallerie d’arte, gioiellerie, profumerie, negozi di arredamento e design, atelier, boutique di alta moda, prodotti del commercio equo e solidale, ecologici e biologici, le ciclofficine, le parafarmacie, la vendita di tessuti, filati e ferramenta).
- Medie strutture di vendita: concessa all’apertura di medie strutture ricomprese nella categoria delle attività tutelate e in regola con la normativa urbanistico-edilizia.
- Attività vietate: depennate dall’elenco delle attività vietate le cooperative di consumo e gli “hard” e “soft” discount.
- Subentri attività: eliminato il divieto di subentro in attività non tutelata, fermo restando quello relativo alle attività vietate.
Il centro storico della Capitale rappresenta una delle aree di maggiore interesse per tutti coloro che intendono aprire un’attività nel settore Food & Beverage, per esempio un bar in franchising: come abbiamo visto però, è fondamentale conoscere i regolamenti e le restrizioni previste in ogni ambito.
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