Licenza per l’apertura di un bar: come prenderla e quanto costa

La licenza per l’apertura di un bar è ancora necessaria?
Sei una persona estroversa, ti piace il contatto con il pubblico e il tuo sogno è sempre stato quello di gestire un bar? Ancora oggi, il bar è il luogo d’incontro e di socializzazione per eccellenza, sia nelle periferie che nel centro storico delle città: qui si riuniscono grandi, piccoli, amici e anche colleghi di lavoro, per un meeting o semplicemente per bere un caffè.
Se sogni da sempre di gestirne uno, ti sarai sicuramente chiesto come si ottiene la licenza per l’apertura del bar: sappi, allora, che negli ultimi anni sono cambiate molte cose per quel che riguarda i requisiti e le autorizzazioni da ottenere.
Cosa dice la legge sulle autorizzazioni?
Fino al 2006 per aprire un bar era necessario ottenere una vera e propria licenza;ovvero un permesso rilasciato dal comune di competenza, che si riservava il diritto di controllare il mercato, arginare la concorrenza e la proliferazione delle attività nelle diverse zone. In realtà questo era un modo per tutelare i bar esistenti e limitare la concentrazione di esercizi commerciali simili.
Tuttavia, l’entrata in vigore dell’articolo 3 della legge 248/2006 ha poi eliminato la licenza per apertura dei bar e, nel 2010, con la circolare del Ministero dello Sviluppo Economico n. 3635/C, la norma è stata resa attuativa. Ciò vuol dire che i comuni non possono più fissare il numero delle licenze per bar e ristoranti, ma comunque attuare alcune limitazioni e concedere delle autorizzazioni.
3 requisiti indispensabili
Per l’apertura di una nuova attività commerciale occorre fare delle attente valutazioni economiche e strategiche, ma anche possedere alcuni requisiti a livello personale, come i requisiti morali:
- Non esser stato dichiarato fallito.
- Non essere stato condannato per reati non colposi.
- non essere stato sottoposto a norme restrittive (sorveglianza speciale, obbligo di soggiorno etc.).
Quali sono gli step burocratici da seguire?
Per quel che riguarda le autorizzazioni, per aprire un locale legato al settore alimentare, nonché “di vendita per il consumo sul posto” è indispensabile:
- Affittare o acquistare ambienti con destinazione d’uso commerciale.
- Rispettare i vincoli storici e paesaggistici definiti a Roma nel regolamento per il centro storico, per quel che riguarda la zona dei Sito UNESCO.
- Inoltrare la SCIA Commerciale (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)online al SUAP (Sportello Unico delle Attività produttive).
- Conseguire l’attestato HACCP tramite la frequentazione di un corso sulle tecniche di conservazione dei cibi, l’igiene dei locali e le procedure per evitare contaminazioni e pericoli per la salute dei clienti.
- Inviare una notifica Sanitaria d’inizio attività all’ASL di competenza per comunicare la regolarità delle condizioni igieniche.
Quindi, anche se non è più necessario ottenere una licenza per l’apertura del bar, per intraprendere questa avventura imprenditoriale, bisogna seguire degli iter burocratici che determinano dei costi iniziali. Se invece la tua idea è quella di rilevare un bar esistente, devi sostenere e contrattare il prezzo di acquisto con il proprietario.
A chi rivolgerti per l’apertura del tuo bar?
Oltre alle autorizzazioni sopra descritte, ce ne sono altre legate a un’attività commerciale, come:
- Le certificazioni di idoneità del livello acustico trasmesso.
- Le certificazioni di sicurezza sul lavoro e pubblica.
- L’importanza di rapportarsi e saper gestire il personale.
- Attuare una buona strategia di marketing.
Per curare tutti questi aspetti affidati a un team di professionisti nella consulenza aziendale, come quelli di A.P.R.E. Roma, che in collaborazione con Gi.Pa In Formazione, ti garantirà il massimo supporto in ogni fase progettuale.
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